
Capuana: Ci siamo?
di Luigi Capuana, in Id., Come l’onda… novelle, Palermo, Sandron, 1921
di Luigi Capuana, in Id., Come l’onda… novelle, Palermo, Sandron, 1921
di Antonio Ghislanzoni, in Id., Racconti e novelle, Milano, Sonzogno, 1874
HORACIO QUIROGA – I. Credi in un maestro – Poe, Maupassant, Kipling, Čechov – come a Dio stesso. II. Credi che la tua arte sia una cima inaccessibile. Non sognare di dominarla. Se potrai farlo, —> Prosegui lettura >>
PIETRO PANCAMO — Gli angeli si diplomano al Conservatorio Astronomico perché studiano la musica, che le sfere celesti producono ruotando. Fanno l’analisi armonica degli accordi supremi che, una volta, anche gli uomini eletti (Pitagora, ad —> Prosegui lettura >>
PIETRO PANCAMO — Buon Gesù, autore dell’umanità squinternata che abita il mondo, ascolta il mio inchiostro e la mia voce: San Bifolco Primigenio era il tuo antico tempio, nonché luogo di culto, in cui noi —> Prosegui lettura >>
HORACIO QUIROGA — In queste stesse colonne, sollecitato una volta da alcuni amici d’infanzia che desideravano scrivere racconti senza le difficoltà comunemente inerenti alla loro composizione, esposi alcune regole e trucchi che, per essermi serviti —> Prosegui lettura >>
FELISBERTO HERNÁNDEZ – (A Vicente Basso Maglio). I. Si stavano gettando le fondamenta per la casa di un uomo buono. Io ero seduto su un mucchio di pietre. Un poco separate dal mucchio c’erano due —> Prosegui lettura >>
ITALO SVEVO – Il dottore m’aveva esiliato lassù: Dovevo restare per un anno intero nell’alta montagna movendomi quando il tempo lo concedeva e riposare quando lo imponeva. Idea geniale che però non mi fu utile. —> Prosegui lettura >>
FRANCESCO DALL’ONGARO — L’ora degli spiriti. Fantasie notturne. I. La chiave di casa. Aveva un bel frugarmi in tutte le tasche: la mia chiave non c’era. O l’avevo lasciata a casa, o l’avevo perduta per via. —> Prosegui lettura >>
JOSÉ CARLOS MARIÁTEGUI – Ho scritto alla fine del mio articolo “La rivendicazione di Jorge Manrique”: “Con la sua poesia ha a che vedere la tradizione, però non i tradizionalisti. Perché la tradizione è, contro —> Prosegui lettura >>
FABRIZIO PINNA – I. L’Avvelenata è tradotto dalla raccolta del musicista e scrittore uruguaiano Felisberto Hernández (1902-1964) dal titolo La envenenada (Florida, 1931), un opuscolo “sin tapas” – letteralmente, senza copertina – che contiene altri tre racconti brevi: Ester, Hace —> Prosegui lettura >>
FABRIZIO PINNA – Un “petit chef-d’œuvre”, un piccolo capolavoro, come giustamente scrisse Henri Montecorboli (1) presentando ai lettori francesi quello che in Italia fu il caso letterario dell’anno 1894, il poemetto di Cesare Pascarella (1858-1940) che in —> Prosegui lettura >>
GIACOMO LEOPARDI – È osservazione antica che quanto decrescono nelle repubbliche e negli stati le virtù vere, tanto crescono le vantate, e le adulazioni; e similmente, che a misura che decadono le lettere e i —> Prosegui lettura >>
PIETRO VERRI — Pensieri sullo spirito della letteratura d’Italia. Le idee e le opinioni degli uomini si cangiano con maggiore velocità di quello che non si cangino le lingue; forse perché ogni mutazione di un —> Prosegui lettura >>
FABRIZIO PINNA — Il vincitore (El vencedor) è un racconto scritto, stando alla testimonianza della moglie di César Vallejo (1892-1938), Georgette Marie Philippart Travers (1908-1984), intorno al 1935/1936 ma rimase inedito sino alla pubblicazione della raccolta —> Prosegui lettura >>
FEDERICO DE ROBERTO — I giornali vivono quanto le rose: l’espace d’un matin. Non è facile paragonare altrimenti che per la loro caducità un foglio stampato e il più bel fiore della creazione; ma, se —> Prosegui lettura >>
ADOLFO ALBERTAZZI – Nella nobile città di Burgfarrubach un piccolo spirito maligno faceva da un pezzo questo curioso scherzo: quando un sacerdote, chiamato per scacciarlo dalla casa che metteva a soqquadro, procedeva nell’esorcismo, non ne —> Prosegui lettura >>
Rompere le legature delle vene I lacci della respirazione e le catene Dagli occhi sentieri di orizzonti Fiore proiettato in cieli uniformi L’anima pavimentata di ricordi Come stelle tagliate nel vento Il mare è un —> Prosegui lettura >>
VICENTE HUIDOBRO — Sono nato a trentatre anni, il giorno della morte di Cristo; sono nato nell’equinozio, sotto le ortensie e gli aeroplani di calore. Avevo un profondo sguardo di colombo, di tunnel e di automobile —> Prosegui lettura >>
VICENTE HUIDOBRO — A parte il significato grammaticale del linguaggio, ce n’è un altro, un significato magico, che è l’unico che ci interessa. Uno è il linguaggio oggettivo che serve per nominare le cose del mondo —> Prosegui lettura >>
© 2016-2021 Pieffe Edizioni — S-Composizioni in Rivista — Supplemento culturale gratuito di AlbengaCorsara News a cura di Fabrizio Pinna (effe)