Quiroga: Decalogo del perfetto narratore (di racconti)

Particolare del Ritratto di Jeanne Hébuterne dipinto da Modigliani
(Particolare del Ritratto di Jeanne Hébuterne dipinto da Modigliani, 1919)

HORACIO QUIROGA – I. Credi in un maestro – Poe, Maupassant, Kipling, Čechov – come a Dio stesso.

II. Credi che la tua arte sia una cima inaccessibile. Non sognare di dominarla. Se potrai farlo, lo conseguirai senza che tu stesso lo sappia.

III. Resisti per quanto puoi all’imitazione, però imita se l’influsso è troppo forte. Più di qualsiasi altra cosa, lo sviluppo della personalità è un lungo esercizio di pazienza.

IV. Abbi una cieca fede non nella tua capacità di trionfare bensì nell’ardore con il quale lo desideri. Ama la tua arte come la tua fidanzata, dandole tutto il tuo cuore.

V. Non iniziare a scrivere senza sapere fin dalla prima parola dove stai andando. In un racconto ben riuscito le tre prime righe hanno quasi l’importanza delle ultime tre.

VI. Se vuoi esprimere con esattezza questa circostanza: “Dal fiume soffiava un vento freddo”, non ci sono nella lingua umana più parole di quelle indicate per esprimerla. Una volta padrone delle tue parole, non preoccuparti di osservare se sono tra loro consonanti o assonanti.

VII. Non aggettivare senza necessità. Saranno inutili tutte le code di colore attaccate a un sostantivo debole. Se trovi quello che è preciso, da solo avrà un incomparabile colore. Però bisogna trovarlo.

VIII. Prendi i tuoi personaggi per mano e portali con fermezza sino alla fine, senza vedere altra cosa dal cammino che gli hai tracciato. Non ti distrarre vedendo tu quello che loro non possono o non gli importa di vedere. Non abusare del lettore. Un racconto è un romanzo depurato dai riempitivi. Tieni questo per verità assoluta, sebbene non lo sia.

IX. Non scrivere sotto l’impero dell’emozione. Lasciala morire, e poi evocala. Se sei ancora capace di riviverla tale e quale è stata, in arte sei arrivato a metà del cammino.

X. Non pensare ai tuoi amici quando scrivi, né all’impressione che farà la tua storia. Racconta come se la tua narrazione non avesse interesse se non per il piccolo ambiente dei tuoi personaggi, dei quali saresti potuto esserne uno. Non in altro modo si ottiene la vita nel racconto.

**Traduzione 2020: © Fabrizio Pinna – Diritti riservati.  Titolo originale: Horacio Quiroga (1878-1937), Decálogo del perfecto cuentista, in «Babel, revista bisemanal de arte y crítica» (Buenos Aires), maggio 1927. Altri due scritti semiseri sull’arte del racconto Horacio Quiroga li pubblicò nel periodico argentino «El Hogar» (Buenos Aires), rispettivamente nel n. 808, abril 10, 1925 (El manual del perfecto cuentista) e nel n. 814, mayo 22, 1925 (Los trucs del perfecto cuentista) [Si possono leggere (in spagnolo) nel supplemento corsaro “Short Stories – L’arte del racconto]. “Una y otra serie de trucos anotados con más humor que solemnidad llevaban el título común de Manual del perfecto cuentista” ricordava lo stesso Quiroga qualche anno dopo in un ulteriore articolo – “La retórica del cuento” – apparso nella stessa rivista («El Hogar» n. 1001, diciembre 21, 1928), e che in italiano si può leggere qui in S-Scomposizioni: Quiroga: L’arte e la retorica del racconto. effe 14/3/2020