Conteur poétique: l’Avvelenata e Felisberto Hernández

Particolare di una opera di Jawlensky

FABRIZIO PINNA – I. L’Avvelenata è tradotto dalla raccolta del musicista e scrittore uruguaiano Felisberto Hernández (1902-1964) dal titolo La envenenada (Florida, 1931), un opuscolo “sin tapas” – letteralmente, senza copertina – che contiene altri tre racconti brevi: EsterHace dos días, ElsaL’Avvelenata è dedicato a María Isabel Guerra, insegnante con la quale Felisberto Hernández fu sposato in prime nozze per un decennio, dal 1925 al 1935.

Gli altri tre racconti brevi, La pietra filosofale (La piedra filosofal), Genealogia (Genealogía) e Cullamento (Acunamiento), furono inizialmente pubblicati in rivista e poi raccolti, insieme ad altri, in un opuscolo dal titolo Libro sin tapas (Rocha, Imprenta La Palabra, 1929) (1). Si tratta dei primi racconti di Felisberto Hernández, miti e favole filosofiche letterariamente pregevoli ma a lungo trascurati anche dalla critica e dagli studiosi, i quali di preferenza si sono interessati quasi esclusivamente agli scritti posteriori, a partire da quelli degli anni Quaranta. Come ha scritto di recente Laura Corona Martínez:

«Le cosiddette “prime invenzioni” di  Felisberto Hernández — ovvero tutti i testi che l’autore ha composto a partire dal suo primo libro, Fulano de tal (1925), fino al 1942, data di pubblicazione della sua prima nouvelle memorialistica, Por los tiempos de Clemente Colling, sono stati oggetto di apprezzamento schivo: poco stimati in generale, sono stati quasi sempre percepiti come curiosità o stravaganze, oppure come testi abbozzati “a metà”» (2).

Nella sezione “Cammeo”, Ho deciso di leggere un mio racconto traduce il frammento di uno scritto lasciato interrotto da Felisberto Hernández forse intorno al 1960; la datazione è approssimativa, ma probabilmente è successivo alla “Falsa spiegazione dei miei racconti”, il testo di poetica felisbertiana (3) più noto anche in Italia, e che per la prima volta fu pubblicato in Entregas de La Licorne (Montevideo, nn. 5/6, settembre 1955, p. 97), rivista internazionale fondata e diretta da Susana Soca (1906-1959). 


II. Alcuni critici letterari in passato si sono persi nel gioco di specchi tra io narrativo e io autobiografico, perdendo di vista anche lo sfondo filosofico implicito – tra il serio, il ludico e l’ironico – in molte narrazioni di Felisberto Hernández, comprese alcune presenti in questo e-book. Tra gli esempi più vistosi, in tale senso si possono considerare le molteplici rifrazioni e gli scacchi dell’introspezione, che d’altronde continuano ad essere questioni ancora oggi dibattute in vari orientamenti di filosofia e psicologia (“un filosofo, un uomo che ha acquisito, per abitudine, la forza di sdoppiarsi rapidamente e di assistere come spettatore disinteressato ai fenomeni del suo io. Ma il caso è raro”, scriveva Baudelaire in De l’essence du rire —1855— poco prima che le nuove psicologie “scientifiche” iniziassero a ridisegnare i confini delle tecniche introspettive tradizionalmente utilizzate dai filosofi sin dai tempi di Socrate, se non  prima).

In anni recenti lo scrittore argentino Diego Vecchio (n. 1969) ha proposto una lettura meno naïf del cosiddetto “Diario del sinvergüenza”, suggestiva collazione di frammenti postumi che ha finito per diventare uno dei testi di Felisberto Hernández che più si è prestato a letture equivoche e arbitrarie. “In Felisberto, la relazione tra la finzione e la biografia risulta equivoca” ma, precisa Diego Vecchio, “Il soggetto biografico non è cancellato ma barrato e, sotto la barratura, si possono leggere le sue iniziali. Cosa che non significa necessariamente che possa essere assimilato, d’emblée, al narratore” (4). Si tratta, insomma, di complesse e suggestive strategie narrative che si possono ritrovare anche in scrittori contemporanei in parte affini a Hernández come, per limitarsi a un solo esempio di alto valore letterario fra i più riconosciuti, lo spagnolo Enrique Vila-Matas (n. 1948).


Italo Calvino (1923-1985) e Julio Cortázar (1914-1984), che pure hanno avuto il grande merito negli anni Settanta del secolo scorso di riportare l’attenzione di lettori e critici sul valore singolare dell’opera di Felisberto Hernández — anche se resta vero che di fatto “la cultura italiana ha finito per dimenticarlo ancora prima di averlo conosciuto” (5) —, hanno tuttavia in gran parte favorito letture accentuatamente “autobiografiche”, a volte riproposte ancora oggi. Ma Fernando Chelle (n. 1976), poeta e scrittore uruguayano, ripercorrendo le tappe principali della ricezione dell’opera di Felisberto Hernández, su questa questione ha in fondo riassunto, con semplicità, l’essenziale:

«Forse l’utilizzo della prima persona nella stragrande maggioranza dei racconti felisbertiani e la narrazione di accadimenti che succedono a un pianista itinerante ha fatto sì che certa parte della critica non separasse, al momento di analizzare, la realtà di una persona da quella di un personaggio di finzione. Si prende l’autore come se fosse il personaggio e questo non è corretto, indipendentemente dal fatto che esistano chiari parallelismi tra il Felisberto uomo e il personaggio dei suoi racconti. L’opera d’arte appartiene a un terreno finzionale, è autonoma e non si deve analizzare un personaggio di finzione come se fosse l’autore; sono entità differenti» (6). Fabrizio Pinna, maggio 2018

**Questo scritto – comprese le note/digressioni successive – ripropone senza variazioni la breve “Nota ai testi e Postfazione” di un piccolo omaggio a Felisberto Hernández, L’avvelenata e altri racconti, (Pieffe Edizioni 2018; ebook n. 10 della Collana MiniMix; ISBN 978-88-99508-21-0; traduzione e cura: Fabrizio Pinna). Le poche integrazioni qui aggiunte sono esplicitamente indicate tra parentesi quadre con la dicitura N.d.E. 2019 | effe 22/11/2019


Note

(1) La piedra filosofal, «La Palabra» (Rocha, Uruguay), n. 69, año I, 2.ª época, 11 de mayo de 1929; Genealogía, «La Cruz del Sur» (Montevideo), año II, n. 12, 10 de marzo de 1926. Il Libro sin tapas nell’edizione del 1929 si apriva con il racconto omonimo che dava il titolo alla raccolta e includeva altri 8 testi: AcunamientoLa piedra filosofalEl vestido blancoGenealogíaHistoria de un cigarrillo; La casa de IreneLa barba metafísicaDrama o comedia en uno o varios cuadros

(2) Laura Corona Martínez, «Beginnings de Felisberto Hernández: Los primeros libros bajo otra perspectiva». In: Revista de la Biblioteca Nacional, n. 10 (numero monografico dedicato a Felisberto Hernández), Montevideo 2015, pp. 13-43 (il numero della rivista è diponibile in riproduzione digitale, URL: http://bibliotecadigital.bibna.gub.uy:8080/jspui/handle/123456789/42663).

(3) Felisberto Hernández è stato anche un grande “conteur poétique”, come felicemente lo definì Jules Supervielle (1884-1960), tra i primi estimatori e sostenitori del suo speciale talento narrativo: “In Hernández il poeta in effetti è altrettanto dotato del narratore (conteur). Queste due arti in lui si fondono nelle profondità”; “Io intendo per narratore poetico (conteur poetique) lo scrittore in cui la poesia lontano dallo spezzettare e ritardare il racconto (récit) con delle trovate aggiunte, lo alimenta naturalmente e lo fa vivere”. Le parole furono pronunciate da Supervielle come introduzione/presentazione a una lettura pubblica che Felisberto Hernández tenne a Parigi, alla Sorbona, il 17 aprile 1948 (cfr. Felisberto Hernández, Obras Completas, 3 voll., Edición, prólogo y notas de José Pedro Díaz, Montevideo, Arca, 1983 e 1988). Del resto, leggendo la Falsa spiegazione dei miei racconti di Felisberto Hernández è difficile non pensare ad uno degli assiomi del poeta John Keats (1795-1821), “[the axiom] That if poetry comes not as naturally as the leaves to a tree, it had better not come at all” (lettera a John Taylor, Hampstead, 27 febbraio 1818). [N.d.E. 2019: vedi qui in S-Composizioni Felisberto Hernández: Falsa spiegazione dei miei racconti]

(4) Diego Vecchio (n. 1969), « El Yo menguante », Cahiers de LI.RI.CO, 5 | 2010, pp. 95-109; (disponibile online, URL: http://lirico.revues.org/432 ; DOI : 10.4000/lirico.432)  [N.d.E. 2019: vedi qui in S-Composizioni Felisberto Hernández: Je est un autre… Ho deciso di leggere un mio racconto]

(5) Francesco Fava, Raccontare così come si sogna, in «Alfabeta2», 18/4/2015 [disponibile online, URL: https://www.alfabeta2.it/2015/04/18/raccontare-cosi-come-si-sogna/]; lo scritto nasce come recensione a Felisberto Hernández, Terre della memoria, traduzione di Francesca Lazzarato, Roma, La Nuova Frontiera, 2015. A dieci anni dalla morte di Felisberto Hernández uscì nelle collane Einaudi, con una nota introduttiva di Italo Calvino e la traduzione di Umberto Bonetti, quello che al tempo era ritenuto il suo libro maggiore, la raccolta di racconti Nadie Encendía Las Lámparas (Felisberto Hernández, Nessuno accendeva le lampade, Torino, Einaudi, 1974). Da lì in poi, disinteresse totale dell’editoria italiana per quasi quarant’anni: bisognerà infatti aspettare il 2012, 110° anniversario della nascita di Felisberto Hernández, perché inizino ad apparire alcune nuove traduzioni dei suoi scritti, tutte ad opera di Francesca Lazzarato per la casa editrice romana “La Nuova frontiera” (in successione cronologica si possono ricordare: Nessuno accendeva le lampade, 2012; Le ortensie, 2014; Terre della memoria, 2015). 

(6) Fernando Chelle (n. 1976), « Felisberto Hernández, un autor con más defensores que detractores », «Vadenuevo», Octubre de 2014 (online, URL: https://www.vadenuevo.com.uy/index.php/the-news/3232-73vadenuevo10); riproposto anche in «Culturamas», 29 Octubre 2016 (online, URL: http://www.culturamas.es/blog/2016/10/29/felisberto-hernandez-un-autor-con-mas-defensores-que-detractores/). 

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