De Gourmont: L’anarchia e i governi. L’inesplicabile comincia dove finisce l’egoismo

REMY DE GOURMONT — L’affollamento dei giornalisti e dei politici dopo un attentato anarchico è uno spettacolo molto divertente. Sembra che di là sia passato l’uomo invisibile. Hanno visto alzarsi una pistola, hanno sentito il colpo, hanno visto cadere la vittima: e per tutto il resto, mistero. Al fine di calmare i nervi della moltitudine, la polizia dichiara che che i suoi segugi hanno fiutate le tracce, la bestia è braccata e ci si prepara a suonare il corno. Ed è un branco tutt’intero che cadrà successivamente, morso dai cani. Ci sono degli uomini e delle donne; ecco innanzitutto la Goldman.

Ogni assassinio politico suggerisce l’idea del complotto politico. Non si ammette che tale atto sia puramente individuale; si tratterebbe allora di una fantasia assolutamente inspiegabile. Ma perché non accettare, almeno provvisoriamente, l’inspiegabile? Degli uomini professano la credenza che l’autorità sia malvagia e che bisogna distruggerla con tutti i mezzi possibili. La prima parte di questo articolo di fede è difendibile. Delle religioni, divenute successivamente autoritarie, sono dapprima state dei raggruppamenti di ribelli. I primi cristiani contarono molti veri anarchici. Per la verità, non disconoscevano che l’autorità degli uomini, molto attenti ad obbedire all’autorità di Dio, vale a dire a delle leggi che avevano scelto volontariamente. La massima cristiana «è meglio obbedire a Dio che agli uomini» è del tutto anarchica. Essa afferma il diritto per un individuo di non cedere, in somma, che alle sue proprie tendenze, poiché quello che si chiama Dio non è il più delle volte che l’ingrandimento e la proiezione di una maniera personale di sentire.

Ci sono numerose varietà di anarchia. Quasi tutti si sono trovati in conflitto con una legge positiva; se si è violato la legge, si è fatto atto di anarchico; si è negato, vale a dire distrutto, nella misura delle proprie forze, il principio d’autorità. Un anarchico assoluto è colui che, ogni volta che lo può fare senza danno, si defila senza scrupolo dalle leggi e da tutti gli obblighi sociali. Egli nega e distrugge l’autorità in ciò che lo concerne personalmente; egli si rende libero per quanto un uomo possa essere libero nelle nostre complicate società. Al di là di questo tipo, c’è l’anarchico che vuole imporre agli altri il suo proprio odio per ogni obbedienza. Egli lo fa con la parola o con l’atto, egli perora o uccide. Oscilla dalla demenza verbale (perché non ha alcun talento, essendo fanatico) alla demenza attiva. È qui che entra l’inesplicabile. L’inesplicabile comincia dove finisce l’egoismo.

Sebbene la propaganda sia sempre religiosa, bisogna tuttavia distinguere chi si ispira a una religione che si prolunga nell’aldilà da chi obbedisce alle suggestioni di una religione puramente terrestre come l’anarchismo, il socialismo, la massoneria. Il propagandista cristiano obbedisce a un interesse egoista; vincendo delle anime, alleggerisce la sua, si assicura la felicità eterna. Dio, per il quale lavora, accorda ai suoi operai inestimabili salari. Sebbene capriccioso e pieno di insondabili misteri (è la formula) egli è buon padrone e generoso. L’assurdo missionario che va a farsi mangiare dai Niam-Niam [NdT: gli Zande] o scorticare dai Cinesi è, in fondo, un uomo di una saggezza ammirevole e di una previdenza esemplare. L’assassino di Mac-Kinley, se non è un pazzo da legare, è un semplice imbecille. Anche guardato con gli occhi mistici, questo sacrificio di due vittime appare altrettanto ridicolo quanto criminale. Il disinteresse e il coraggio non riscattano né giustificano una stupidata. Perché: e poi? Perché: e anche quando tutti i capi di Stato del mondo intero cadranno colpiti lo stesso giorno? L’indomani lo stesso potere sarebbe restaurato in altre mani, sempre le stesse.

C’è tuttavia un risultato, cioè che gli scettri divengono più pesanti, opprimenti, e che le fasce e i grandi cordoni vanno a prendere il rigore dei cilici. Questo non è assolutamente cattivo. Era infamante per un guerriero, un tempo, morire nel proprio letto. Ecco ritornare i tempi in cui un capo di Stato dovrà, per figurare nella storia, cadere vittima di un anarchico. Questo è riuscito molto bene a Carnot, uomo per natura oscuro. Per divenire celebre, non c’è niente come l’uccidere o l’essere uccisi. Si può anche avere del genio e fare delle grandi cose; ma è più difficile.

**Traduzione 2017/2018: © Fabrizio Pinna – Diritti riservati. Testo francese: “L’anarchie et les gouvernements”, apparso nell’ottobre 1901 come rubrica nella rivista Mercure de France e poi raccolto in Remy de Gourmont (1858-1915), Epilogues. Réflexions sur la vie. Deuxième série: 1899-1901. Parigi: Mercure de France, 1904