César Vallejo: Gli araldi neri (poesia)

CÉSAR VALLEJO

Gli araldi neri

Ci sono colpi nella vita, così forti… Io non so!
Colpi come dell’odio di Dio; come se di fronte ad essi
la risacca di tutto il sofferto
ristagnasse nell’anima… Io non so!

Sono pochi; però sono… Aprono scuri solchi
sul volto più fiero e sul dorso più forte.
Saranno forse i puledri dei barbari attila;
o gli araldi neri che ci manda la Morte.

Sono le cadute profonde dei Cristi dell’anima,
di qualche fede da adorare che il Destino blasfema.
Questi colpi sanguinosi sono le crepitazioni
di qualche pane che nella porta del forno ci si brucia.

E l’uomo… Povero… povero! Gira gli occhi, come
quando sopra la spalla ci chiama una manata;
gira gli occhi folli, e tutto il vissuto
ristagna, come pozzo di colpa, nello sguardo.

Ci sono colpi nella vita, così forti… Io non so!

*Traduzione 2018: © Fabrizio Pinna – Diritti riservati.
Ripresa da César Vallejo, Il vincitore — Paco Yunque, Pieffe Edizioni 2018 [a cura di Fabrizio Pinna; ebook Collana MiniMix n. 9; ISBN 978-88-99508-20-3]
Questa poesia apre la prima raccolta poetica di César Vallejo (1892-1938), Los heraldos negros, uscita a Lima nel 1919.
Per le peripezie editoriali iniziali e successive, nella ricerca sempre insoddisfacente di un’edizione critica ottimale dei testi di questa prima raccolta poetica: Antonio Cajero, La edición y los editores de Los heraldos negros [1919]. Revista Col. San Luis [online]. 2013, vol.3, n.6, pp.190-198. ISSN 1665-899X.

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Los heraldos negros

Hay golpes en la vida, tan fuertes… ¡Yo no sé!
Golpes como del odio de Dios; como si ante ellos,
la resaca de todo lo sufrido
se empozara en el alma… ¡Yo no sé!

Son pocos, pero son… Abren zanjas oscuras
en el rostro más fiero y en el lomo más fuerte.
Serán tal vez los potros de bárbaros atilas;
o los heraldos negros que nos manda la Muerte.

Son las caídas hondas de los Cristos del alma,
de alguna fe adorable que el Destino blasfema.
Esos golpes sangrientos son las crepitaciones
de algún pan que en la puerta del horno se nos quema.

Y el hombre… ¡Pobre… pobre! Vuelve los ojos, como
cuando por sobre el hombro nos llama una palmada;
vuelve los ojos locos, y todo lo vivido
se empoza, como un charco de culpa, en la mirada.

Hay golpes en la vida, tan fuertes… ¡Yo no sé!